Occorre uno sforzo vero, tramite un’educazione quotidiana dalla scuola fino ai media per tutti, non solo giovani. Uno sforzo enorme di cui in primis lo Stato deve farsi carico

Mi pare che a ogni ricorrenza della giornata contro la violenza sulle donne, non si registri una minima riduzione di questo fenomeno, ancor più se si guarda ai femminicidi. L’attenzione è sicuramente più alta. I mezzi di informazione, dalle tv alla carta stampata, fino ai social, sono pieni di messaggi di condanna alla violenza sulle donne.

Ma non è cambiato nulla. E se nulla è cambiato, significa che qualcosa, molto più che qualcosa, non ha funzionato e non funziona. Dunque condannare non basta. Condannare la violenza è quasi una banalità. Altra cosa è capire e cambiare ciò che non funziona. E la radice di quel che non funziona è la cultura maschilista e patriarcale ancora diffusa alle basi dell’ossatura sociale del paese che è costituita in primis dalle famiglie.

Come prima cosa dunque occorre prenderne atto davvero, non solo ponendo l’attenzione sulle violenze fisiche che sono solo l’apice, il gesto estremo di un comportamento che scaturisce da una concezione sbagliata del ruolo della donna. Un comportamento che striscia pericolosamente ogni giorno sotto i nostri occhi in migliaia di atteggiamenti sbagliati, anche senza violenza fisica.

Comportamenti, usi e costumi apparentemente privi di significato, che invece celano il germe che poi sfocia nella violenza quando la donna tenta di svincolarsi dai ruoli prefissati non solo da molti uomini ma anche dalle stesse famiglie. Ci deve far paura e dunque riflettere se uno degli ultimi femminicidi è stato per mano del figlio di una vittima di femminicidio. Quell’uomo invece di tradurre la sua sofferenza per la perdita della madre, ha perseguito l’idea della punizione quando una donna non obbedisce alle richieste dell’uomo che la tratta come un oggetto di appartenenza.

Così come ci deve far paura e dunque riflettere se la statistica rivela che gli assassini di tante donne sono sempre più giovani. Significa che la cultura patriarcale non è stata per nulla scalfita. Significa che molti giovani uomini traducono le loro fragilità nell’affrontare un futuro incerto in odio e rabbia che trovano sfogo sulle donne della loro vita che non li proteggono più come il ruolo patriarcale prevederebbe. Occorre dunque uno sforzo vero, tramite un’educazione quotidiana dalla scuola fino ai media per tutti, non solo giovani. Uno sforzo enorme di cui in primis lo Stato deve farsi carico, con serietà e responsabilità.

Fonte: www.huffingtonpost.it